• Re: [OT] Scelta della distro in ambiente lavorativo

    From Piviul@21:1/5 to Alessandro Baggi on Thu May 9 10:00:01 2024
    On 5/8/24 11:53, Alessandro Baggi wrote:
    Un saluto a tutta la lista,
    mi scuso per OT e scusate la domanda strana.

    In ambiente lavorativo non si scherza e la scelta della distruzione
    Linux generalmente è dettata dalle esigenze (che siano software, certificazioni, supporto, sicurezza (fips140 e simili), team abituato
    a lavorare con determinate distro..ecc).

    Ultimamente noto che quando si parla di distribuzioni linux in ambito lavorativo, se non ha il supporto da chi la rilascia(come per RHEL
    [Almalinux con TuxCare e RockyLinux con CIQ], SLES o Ubuntu con
    Canonical) la distro viene lasciata in fondo alla lista (letteralmente
    la gente fa una smorfia). Ok con l'avvento dei container questo
    discorso lascia un pò a desiderare ma cmq ci sono molti che sono
    ancora su virtualizzazione e non usano per tutto i container.

    Come viene visto l'utilizzo di una distribuzione senza supporto
    tecnico nel vostro ambiente lavorativo?

    Quanti di voi possono scegliere di utilizzare il sistema che
    preferiscono (quindi debian) e quanti invece sono costretti ad
    utilizzare distro RHEL (o based) o Ubuntu LTS per via di
    certificazioni (software/hardware) o per necessità di supporto tecnico
    (per pararsi il ____ e richiesto a gran voce dal proprio superiore)?

    Nel mio caso in passato mi è stato permesso di scegliere la
    distribuzione in un ambiente medio/grande e la scelta cadde su Debian
    e per la workstation avevo una Slackware mentre in un'altra esperienza lavorativa (piccola realtà) mi è stato richiesto di utilizzare CentOS
    per via di un software (quindi mi sono fatto dalla 6.5 alla 7.x).

    Attualmente invece non avendo necessità di certificazioni hardware e software la scelta è ricaduta di nuovo su Debian (alcune VM versione
    11 e alcune sulla 12) e va una meraviglia.

    In che situazione vi trovate? Potete scegliere la distro su cui basare
    i vostri servizi oppure siete soggetti ad utilizzo di distro con
    supporto?

    Soprattutto, in casi in cui il supporto vi è stato richiesto, è stato
    utile oppure è solo una perdita di soldi e tempo? Cioè: vi hanno
    risolto veramente qualche grana oltre che provare a vendervi altri
    prodotti?

    Nella mia esperienza i contratti di assistenza sul sistema operativo
    sono veramente rari. Se vuoi qualcuno che ti faccia assistenza su debian
    da una brevissima googolata ne trovi. Da quando hanno blindato CentoOS
    inoltre vedo che ad esempio Zucchetti supporta anche debian, Oracle
    pure... a me sembra che problemi non ce ne siano.

    Piviul

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  • From Mario Vittorio Guenzi@21:1/5 to All on Thu May 9 16:10:01 2024
    Il 08/05/24 11:53, Alessandro Baggi ha scritto:


    Come viene visto l'utilizzo di una distribuzione senza supporto
    tecnico nel vostro ambiente lavorativo?

    Buongiorno a tutti,

    credo dipenda da diversi fattori, il principale e' la dimensione dell'azienda,  noi siamo piccoli e io decido che distro usare.
    L'assistenza (quando serve) ce la fornisce una piccola azienda di Milano
    con la quale collaboriamo da 25 anni o giu' di li.
    Tutto cio' molto difficilmente puo' succedere in azienda di dimensioni
    maggiori o che comunque ha una politica di tipo tutto deve essere
    certificato.

    Abbiamo scelto Devuan diversi anni fa per n+1 motivi che sono importanti
    per noi, chi ci supporta non ci ha mai lasciato a piedi, quindi son
    sempre stati soldi investiti intelligentemente.

    La mia esperienza se puo' esserti utile

    Un cordiale saluto a tutti.


    --

    Mario Vittorio Guenzi
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    Si vis pacem, para bellum

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  • From Paride Desimone@21:1/5 to All on Sat May 11 00:40:01 2024

    Volevo chiederti, se non è un problema, come mai la scelta è caduta su Devuan e non direttamente su Debian?

    Un saluto,
    Alessandro.

    La butto li:
    Al 99% il supporto ed il restante 1% lo stramaledetto systemd

    /paride

    --
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  • From Paride Desimone@21:1/5 to All on Sat May 11 01:10:01 2024
    Il 8 maggio 2024 11:52:17 UTC, Alessandro Baggi <alessandro.baggi@gmail.com> ha scritto:

    Sembra più un modo per lavarsene le mani. Da una parte giustamente non è che possono dare supporto su tutto ma solo sul testato ma dall'altro se è una bazzecola perche non risolvere il problema del consumatore?

    Non sembra: lo è. D'altronde 8n qualche modo devono pur pararsi...

    Tra RHEL, Ubuntu PRO e SLES chi ha la matrice più malleabile?

    Innanzi tutto nel mondo redhat non rischierei di andare fuori in conflitto con rocky, alma, oracle, dopo la mossa di redhat sui sorgenti. Di redhat posso dirti che con il client insight, è una figata pazzesca star dietro alle patch. Praticamente la
    stessa redhat ti manda gli advisory e tu tramite script ansible, creati automaticamente metti le patch al sistema. Ubuntu, da quel poco che ho parlato con i commerciali, dovrebbero darti assistenza a ticket solo e soltanto sui loro pacchetti. Suse invece,
    da quello che mi ha riferito in cliente, fornisce supporto su tutte le distribuzioni per essere portate in suse. Io mi son trovato male con yast. Molte cose se non le fai con yast non funzionano. Ad esempio se cambi il gestore di rete con network
    manager, da yast non configuri più la rete. Ed inoltre non ti disinstalla il vecchio demone. Quindi ti lascio immaginare.

    /paride

    --
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  • From Paride Desimone@21:1/5 to All on Sun May 12 01:50:01 2024
    Il 11 maggio 2024 07:16:12 UTC, Alessandro Baggi <alessandro.baggi@gmail.com> ha scritto:

    E la nostra cara vecchia Debian dove la mettiamo? Riuscite ad usarla in produzione senza troppi problemi?

    Il problema è che l'azienda vuole soluzioni e se non hai supporto poi iniziano i problemi. Io non appena posso vado sempre di stable, ma non sempre è consentito. Devi avere sempre dietro qualcuno che ti pari il fondo schiena in caso di problemi.

    /paride



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  • From Paride Desimone@21:1/5 to All on Sun May 12 01:40:01 2024
    Il 11 maggio 2024 06:56:40 UTC, Alessandro Baggi <alessandro.baggi@gmail.com> ha scritto:


    Il 11/05/24 00:20, Paride Desimone ha scritto:


    Volevo chiederti, se non è un problema, come mai la scelta è caduta su Devuan e non direttamente su Debian?

    Un saluto,
    Alessandro.

    La butto li:
    Al 99% il supporto ed il restante 1% lo stramaledetto systemd

    /paride


    Buongiorno Paride,
    in che senso "al 99% il supporto"? Devuan offre un supporto migliore rispetto a Debian?

    Oramai systemd non lo considero un problema, è da tutte le parti (o almeno quasi) e siamo costretti in un modo o nell'altro a conoscerlo e ad usarlo.

    Alessandro.


    Perdonami il quoting ma sono da k9. Suppongo che la scelta di devuan, sia data dal fatto che chi gli fa l'assistenza usi quella. Tutto qui. Per systemd, beh, non smetterò mai di imprecare. Han voluto unificare ciò che prima era kiss. Ora se becchi un
    bug su systemd, inevitabilmente ha notevoli ripercussioni.

    /paride
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  • From Davide Prina@21:1/5 to All on Sun May 12 11:10:01 2024
    Alessandro Baggi ha scritto:

    ci sono molti che sono ancora su
    virtualizzazione e non usano per tutto i container.

    ma non è detto che i container siano sempre la soluzione ottimale.
    Soprattutto se sei su un sistema di conteinerizzazione sul cloud a
    pagamento. In questo caso l'uso di macchine virutuali può essere
    la scelta ottimale sia per costi che per tempistiche.
    Inoltre con i container puoi incontrare difficoltà/problematiche
    che con le macchine virtuali non hai.

    Come viene visto l'utilizzo di una distribuzione senza supporto tecnico
    nel vostro ambiente lavorativo?

    solo Red Hat, tranne casi particolari (es: riuso di software), per motivi
    di assistenza e certificazioni.

    Però ho visto che nell'Unione Europea, intesa come istituzione e non come insieme di stati, viene usato Debian.
    Ho partecipato a delle riunioni per riuso di software e usavano solo
    Debian.

    Ciao
    Davide

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  • From Paride Desimone@21:1/5 to All on Sun May 12 16:10:01 2024
    Il 12 maggio 2024 06:39:29 UTC, Alessandro Baggi <alessandro.baggi@gmail.com> ha scritto:


    Il 12/05/24 01:25, Paride Desimone ha scritto:
    Il 11 maggio 2024 07:16:12 UTC, Alessandro Baggi <alessandro.baggi@gmail.com> ha scritto:

    E la nostra cara vecchia Debian dove la mettiamo? Riuscite ad usarla in produzione senza troppi problemi?

    Il problema è che l'azienda vuole soluzioni e se non hai supporto poi iniziano i problemi. Io non appena posso vado sempre di stable, ma non sempre è consentito. Devi avere sempre dietro qualcuno che ti pari il fondo schiena in caso di problemi.

    /paride




    E quando non puoi andare di Debian generalmente cosa sei obbligato ad usare?

    Alessandro.

    Redhat, Ubuntu.

    Sostanzialmente per progetti interni, distribuzioni senza supporto commerciale, anche se iniziano a vedersi le prime aziende che ti danno supporto anche su debian, mentre per quelli esterni tassativamente le prime due.

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  • From Paride Desimone@21:1/5 to All on Sun May 12 16:20:01 2024
    Il 12 maggio 2024 06:38:34 UTC, Alessandro Baggi <alessandro.baggi@gmail.com> ha scritto:

    Si è vero. Ora Poettering ha lanciato 'run0' per sostituire sudo, chissa dove si andrà a finire.


    Andrà a finire malissimo. Il tizio in questione, è passato a lavorare ora in microsoft, e siamo gia alla seconda E.
    Sostanzialmente sta reinventando la ruota, con tutti i difetti di gioventù del caso.
    Diverrà un unico software monolitico.

    /paride


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  • From franchi@modula.net@21:1/5 to All on Sun May 12 18:20:01 2024
    Il 08/05/2024 11:53, Alessandro Baggi ha scritto:
    Un saluto a tutta la lista,
    mi scuso per OT e scusate la domanda strana.

    In ambiente lavorativo non si scherza e la scelta della distruzione
    Linux generalmente è dettata dalle esigenze (che siano software, certificazioni, supporto, sicurezza (fips140 e simili), team abituato
    a lavorare con determinate distro..ecc).

    Ultimamente noto che quando si parla di distribuzioni linux in ambito lavorativo, se non ha il supporto da chi la rilascia(come per RHEL
    [Almalinux con TuxCare e RockyLinux con CIQ], SLES o Ubuntu con
    Canonical) la distro viene lasciata in fondo alla lista (letteralmente
    la gente fa una smorfia). Ok con l'avvento dei container questo
    discorso lascia un pò a desiderare ma cmq ci sono molti che sono
    ancora su virtualizzazione e non usano per tutto i container.

    Come viene visto l'utilizzo di una distribuzione senza supporto
    tecnico nel vostro ambiente lavorativo?

    Quanti di voi possono scegliere di utilizzare il sistema che
    preferiscono (quindi debian) e quanti invece sono costretti ad
    utilizzare distro RHEL (o based) o Ubuntu LTS per via di
    certificazioni (software/hardware) o per necessità di supporto tecnico
    (per pararsi il ____ e richiesto a gran voce dal proprio superiore)?

    Nel mio caso in passato mi è stato permesso di scegliere la
    distribuzione in un ambiente medio/grande e la scelta cadde su Debian
    e per la workstation avevo una Slackware mentre in un'altra esperienza lavorativa (piccola realtà) mi è stato richiesto di utilizzare CentOS
    per via di un software (quindi mi sono fatto dalla 6.5 alla 7.x).

    Attualmente invece non avendo necessità di certificazioni hardware e software la scelta è ricaduta di nuovo su Debian (alcune VM versione
    11 e alcune sulla 12) e va una meraviglia.

    In che situazione vi trovate? Potete scegliere la distro su cui basare
    i vostri servizi oppure siete soggetti ad utilizzo di distro con
    supporto?

    La mia è una risposta parziale alla tua domanda perché sono io che
    seleziono la distribuzione e ho scelto Debian fin dalla versione 3.0.
    Non ho mai avuto problemi insormontabili. Magari è stata fortuna, non
    saprei. Però, se in qualche installazione avessi bisogno di avere le
    spalle coperte, opterei senz'altro per Uninvention.
    Soprattutto, in casi in cui il supporto vi è stato richiesto, è stato
    utile oppure è solo una perdita di soldi e tempo? Cioè: vi hanno
    risolto veramente qualche grana oltre che provare a vendervi altri
    prodotti?

    Un saluto.


    Luciano

    --
    Questa email è stata esaminata alla ricerca di virus dal software antivirus Avast.
    www.avast.com

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  • From Davide Prina@21:1/5 to All on Sun May 12 21:40:01 2024
    Alessandro Baggi ha scritto:

    Il 12/05/24 11:09, Davide Prina ha scritto:

    ma non è detto che i container siano sempre la soluzione ottimale.
    Soprattutto se sei su un sistema di conteinerizzazione sul cloud a
    pagamento. In questo caso l'uso di macchine virutuali può essere
    la scelta ottimale sia per costi che per tempistiche.
    Inoltre con i container puoi incontrare difficoltà/problematiche
    che con le macchine virtuali non hai.

    Non ho molta esperienza sui container, a quali problematiche fai riferimento?

    dipende dal sistema di conteinerizzazione che stai usando e da come
    lo stai usando (SaaS, IaaS, ...), in alcuni casi potresti avere
    delle forte limitazioni (soprattutto casi SaaS)... tutto dipende
    da cosa devi fare.

    La logica tra container e vm è totalmente diversa e, secondo me,
    bisogna valutare bene caso per caso, sia lato costi che lato
    risultati che vuoi ottenere e trovare un bilanciamento tra i due.

    In generale se devi portare fuori qualcosa dai container, ad
    esempio log, e questi sono sopra certe dimensioni per unità di
    tempo potresti non avere uno strumento di base che ti garantisca
    che tutti siano portati fuori e devi crearti tu la soluzione.

    Normalmente i container hanno vantaggi su uso risorse e velocità,
    ma hanno meno sicurezza (RAM e SO condiviso... infatti alcune
    aziende richiedono macchine reali dedicate) e meno versatilità
    (es: hai quel solo SO).
    La scalabilità in orizzontale può essere importante per alcune
    applicazioni, ma, da quel che vedo io, nella maggior parte dei
    casi non ha nessuna importanza (nel parco applicativi che
    gestisce l'azienda dove lavoro). Alcune hanno un andamento più
    o meno lineare, altri hanno picchi, ma sai quando ci sono e
    quindi puoi scalare verticalmente prima.
    Inoltre il 99% degli applicativi deve essere sempre attivo e
    quindi non puoi neanche dire posso spegnere tutto in certi
    giorni/orari (anche se questo vale per entrambi i casi).

    Inoltre se vuoi tirarti su tu il sistema di conteinerizzazione
    non è così semplice ottenere qualcosa che sia funzionante e
    sicuro per essere usato da più applicazioni.

    Secondo me, da quel che leggo, hanno ragione le medie/grosse
    aziende che, dopo il covid, hanno iniziato a scappare dal cloud
    on-line e farsi un clund on-premis in propri data center.

    Ciao
    Davide

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  • From Mario vittorio Guenzi@21:1/5 to All on Mon May 13 07:40:01 2024
    Scusami se rispondo solo ora, sono giornate "interessanti"

    Presto detto, systemd e' la causa della nostra scelta.

    Il 10/05/24 08:45, Alessandro Baggi ha scritto:

    Buongiorno a tutti,

    credo dipenda da diversi fattori, il principale e' la dimensione
    dell'azienda,  noi siamo piccoli e io decido che distro usare.
    L'assistenza (quando serve) ce la fornisce una piccola azienda di
    Milano con la quale collaboriamo da 25 anni o giu' di li.
    Tutto cio' molto difficilmente puo' succedere in azienda di
    dimensioni maggiori o che comunque ha una politica di tipo tutto deve
    essere certificato.

    Abbiamo scelto Devuan diversi anni fa per n+1 motivi che sono
    importanti per noi, chi ci supporta non ci ha mai lasciato a piedi,
    quindi son sempre stati soldi investiti intelligentemente.

    La mia esperienza se puo' esserti utile

    Un cordiale saluto a tutti.



    Ciao Mario,
    grazie per il tuo feedback.

    Volevo chiederti, se non è un problema, come mai la scelta è caduta su Devuan e non direttamente su Debian?

    Un saluto,
    Alessandro.

    --
    Mario Vittorio Guenzi

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  • From Marco Ciampa@21:1/5 to All on Mon May 13 11:20:02 2024
    Il Fri, May 10, 2024 at 10:42:27PM +0000, Paride Desimone ha scritto:
    Il 8 maggio 2024 11:52:17 UTC, Alessandro Baggi <alessandro.baggi@gmail.com> ha scritto:

    Sembra più un modo per lavarsene le mani. Da una parte giustamente non è che possono dare supporto su tutto ma solo sul testato ma dall'altro se è una bazzecola perche non risolvere il problema del consumatore?

    Non sembra: lo è. D'altronde 8n qualche modo devono pur pararsi...

    Tra RHEL, Ubuntu PRO e SLES chi ha la matrice più malleabile?

    Innanzi tutto nel mondo redhat non rischierei di andare fuori in conflitto con rocky, alma, oracle, dopo la mossa di redhat sui sorgenti. Di redhat posso dirti che con il client insight, è una figata pazzesca star dietro alle patch. Praticamente la
    stessa redhat ti manda gli advisory e tu tramite script ansible, creati automaticamente metti le patch al sistema. Ubuntu, da quel poco che ho parlato con i commerciali, dovrebbero darti assistenza a ticket solo e soltanto sui loro pacchetti. Suse invece,
    da quello che mi ha riferito in cliente, fornisce supporto su tutte le distribuzioni per essere portate in suse. Io mi son trovato male con yast. Molte cose se non le fai con yast non funzionano. Ad esempio se cambi il gestore di rete con network
    manager, da yast non configuri più la rete. Ed inoltre non ti disinstalla il vecchio demone. Quindi ti lascio immaginare.

    /paride


    Per Yast le configurazioni sono write-only da sempre... se non sbaglio
    dentro i file che gestisce in /etc trovi sempre un commento a riguardo...

    --

    Amike,
    Marco Ciampa

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